Coraggio e indipendenza

Coraggio e indipendenza: l’eredità morale di Armida Barelli

Due fatti in particolare ci raccontano dell’affidamento di Armida al Sacro Cuore.
Il primo racconta della richiesta fatta dal Cardinal Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, ad Armida Barelli perché lo aiutasse a creare un nuovo movimento di gioventù femminile. Armida che era una donna schiva, davanti alla richiesta di andare in giro per l’Italia a chiamare a raccolta la gioventù femminile e parlare in pubblico per la difesa e la diffusione dell’idea cristiana, subito si ritrasse e scappò via. Racconta di essere entrata in Duomo e di aver pregato con queste parole “S. Cuore di Gesù, tu sai che ti amo e vorrei farti amare, ma quel che mi chiede il Cardinale Arcivescovo è impossibile…”. Un fatto, poi, accaduto in una scuola media, la convinse della necessità di istruire le giovani ragazze per renderle madri capaci di educare cristianamente i figli e, fidandosi del Sacro Cuore, ritornò dal Cardinale e fece quanto le aveva chiesto.
Il secondo narra dell’incontro con il prof. Giuseppe Toniolo con cui colloquiava volentieri sul passato glorioso dell’Azione Cattolica che – secondo lui, purtroppo, – non aveva dato ancora, come risultato, la nascita di una Università Cattolica. È proprio Toniolo che indica in padre Gemelli l’unico capace di fondare questa istituzione e in Armida Barelli, colei che il Sacro Cuore ha messo a capo della Gioventù femminile per formare le Marte che raccolgono i mezzi alle Marie del sapere. Ancora una volta il Sacro Cuore chiedeva, ancora una volta la cosa parve impossibile ad Armida, ma sempre confidando in Lui, accettò e costituì, insieme a padre Gemelli, il Comitato promotore dell’Università Cattolica.

Scheda 1 (pag. 39-41 e pag. 44)


 

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