I principi di Armida Barelli nel Centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

La vita di Armida Barelli e la sua attività costante all’interno dell’Università Cattolica insegnano ad “essere”: nel Centenario dalla fondazione dell’Ateneo le sue parole risultano vive ed attuali.

Ella trascorse la giovinezza ricercando un ideale che divenisse la sua ragione di vita. Era attratta dalla dedizione verso gli altri nello spirito degli insegnamenti evangelici e, parlando alle sue amiche, ebbe modo di dire:

Sarò missionaria francescana in Cina o madre di dodici figli, zitella mai

Armida invita a credere nella Condivisione e a Sperare. Sereno era il suo abbandono nell’Altissimo, sue le parole di Padre Matteo:

Siate gli intimi del Sacro Cuore per esserne gli apostoli. Via ogni preoccupazione, abbandono integrale: il Sacro Cuore è la sapienza ed è l’amore. Fidatevi di Lui.

Il 15 agosto 1943, durante il bombardamento di Milano, un ordigno distrusse il palazzo degli uffici dell’Università Cattolica, il rettorato, la segreteria, gli uffici dell’amministrazione. La notte successiva fu altrettanto tragica perché altre bombe demolirono l’atrio e la scala d’onore dell’Ateneo, l’aula Pio XI e l’angolo di uno dei meravigliosi chiostri del Bramante; fu lesionata anche la Cappella del Sacro Cuore. In quell’occasione così tremenda, nello sconforto generale, Armida assicurò che anche i sogni più belli rinascono dalle periodiche macerie (scheda 7)

Così Ella insegna la Fede nella Vita e la Vita nella Fede. Certo, la strada per concretizzare gli obiettivi prefissati è spesso in salita e il vento quasi mai spinge alle spalle: vedendo il Cristo vivo e vivificante nelle situazioni apparentemente più assurde, si può credere possibile e realizzabile anche l’impossibile. 

Qualche tempo dopo, in una delle lettere indirizzate a Padre Gemelli, Armida scrisse:

se quaggiù ho contribuito poco, e fors’anche ostacolato il raggiungimento di questa meta divina, dal cielo le darò un efficace aiuto (…) in Paradiso riparerò.

È questa la sua lezione di Umiltà vera, inizio di ogni Grandezza e fondamento di qualsiasi Virtù. 

La Condivisione, la Fede, l’Umiltà devono appartenere all’Università Cattolica: ai Professori, agli Studenti e al Personale tutto. Soltanto così il poco di ciascuno che viene condiviso diventa l’abbondanza di molti e l’Ateneo può confermarsi fucina di Pensiero e di Vita, oggi e per l’avvenire. 

Anna Giulia Caragli

Il Belvedere di Marzio (VA)