Armida Barelli, protagonista di ieri e di oggi
Come è nata la decisione di intitolare l’Università al Sacro Cuore? Varie voci, a partire dall’on. Filippo Meda, sottolineavano quanto questa intitolazione potesse essere fraintesa e suscettibile di disapprovazione o in aggiunta anche di ridicolizzazione: “Un titolo così pretesco non va nel clima d’oggi”, “con un titolo simile non ci prenderanno sul serio”, “sarà già difficile aver credito e sviluppo fondando un’Università Cattolica che non potrà concedere lauree riconosciute dallo Stato; se poi darete questo titolo, ci crederanno la scoletta di una Congregazione religiosa”. È proprio Armida che, protestando, sottolineò che “niente di più scientifico vi poteva essere del Sacro Cuore perché era la sede della sapienza e della scienza”. La parola autorevole di padre Gemelli “o si chiamerà Università del Sacro Cuore o non si farà!” mise tutti a tacere e la sua autorità persuase tutto il Comitato promotore. Perché fosse accettato da tutti, padre Gemelli sottopose questa intitolazione prima al cardinal Ferrari che, a sua volta, lo invitò ad ottenere l’approvazione dal papa Benedetto XV. Sua Santità accolse tale intitolazione e disse: “Con la mia benedizione chiamatela dunque Università del Sacro Cuore e fate una cosa grandiosa”. Armida Barelli avendo saputo che tutte le approvazioni erano state ottenute, parla di “una immensa gioia che invase la sua anima”. Il Cardinal Ferrari quindi scrisse una lettera alla Diocesi annunciando la fondazione dell’Università Cattolica e raccomandando a tutti di sostenerla e aiutarla. Fu proprio lui a consegnare a Padre Gemelli il decreto di erezione canonica dell’Università Cattolica, pochi giorni prima della sua morte (2 febbraio 1921) promettendo “l’Università è fondata. Ora posso morire. Vi aiuterò dal cielo”.
Scheda 3 (pag. 231-233)
Articoli
- Un insegnamento attuale
- Università Cattolica del Sacro Cuore: le origini tra scienza e fede
- Tre virtù fondanti l’Università
- Una donna fuori dal comune