Donna autorevole e umile
Il testo che mi ha emozionato al punto di farmi piangere, in una giornata di sole nel giardino S. Caterina d’Alessandria, è quello della scheda 5. Leggere queste pagine, raccontate con semplicità nonostante la solennità delle vicende che narra, mi ha fatto sentire ancora più stretto e “umano” il rapporto con la mia Università; mi spiego meglio: di giorno in giorno entriamo in aule (anche se fino ad un anno fa questo avveniva più spesso) che portano il nome di persone, ma di cui spesso ignoriamo l’autorevolezza e il ruolo fondamentale che hanno avuto per il fatto stesso che quella singola aula potesse esser costruita, l’audacia con cui hanno realizzato questo progetto a partire dal suo nome: hanno tenuto fede al loro voto di intitolare l’Università al Sacro Cuore, nonostante il timore davanti al quale dei terzi li ponevano, ritenendo che questo progetto, nel concreto, sarebbe potuto essere svalorizzato.
Una di queste sfide è, ad esempio, quella che ha dovuto superare Armida Barelli in occasione del discorso inaugurale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in cui ebbe “mai tanta paura come quella volta”. In quella sede, Armida vive il sentimento di non esser considerata all’altezza del ruolo che ricopriva, nonostante il lavoro svolto in maniera superba fino a quel momento. Purtroppo questo tema è ancora molto attuale riguardo alle disparità che si vivono quotidianamente, ma a volte siamo proprio noi stesse a metterci in dubbio; ciò può anche esser vissuto in maniera positiva, se lo sfruttiamo come sprone a fare meglio e non a frenarci davanti alle opportunità e nei momenti in cui è necessario il nostro contributo, perché saremo sempre in grado di darlo.
Ilaria Resta